Pubblicato il 02 Febbraio 2023

Efficacia, impatto economico e criticità in previsione della Direttiva UE sulle “case green”

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Efficacia, impatto economico e criticità in previsione della Direttiva UE sulle “case green”

Il dibattito sui contenuti che verosimilmente emergeranno dalla Direttiva UE in materia di risparmio energetico degli edifici tiene alta, fortunatamente, l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni sulle modalità di risanamento degli edifici nel nostro Paese.

La recente esperienza con il Super ecobonus ha rappresentato una valida prova per il Paese, che ha le risorse e le competenze per proporre un piano ancora più ambizioso come quello che emergerà dalla futura Direttiva UE.

L'Italia ha un'esperienza consolidata in termini di interventi per il risparmio energetico grazie all'utilizzo del credito di imposta. Questa esperienza ha radici negli anni '90 con le detrazioni per la ristrutturazione degli edifici.

Negli ultimi anni, tra il 2014 e il 2021, gli interventi con l'ecobonus ordinario hanno generato un investimento di 30,8 miliardi di euro e un risparmio energetico di 11.000 GWh all'anno, che corrispondono al 37% dei metri cubi di gas standard previsti per questa stagione invernale 2022-2023.

Il Super ecobonus 110% ha attivato un investimento di 62,4 miliardi di euro tra il 2020 e il 2022, coinvolgendo oltre 480.000 edifici e generando un risparmio energetico di 900 milioni di metri cubi standard di gas, pari al 32% del risparmio previsto dal governo. Risultati raggiunti in soli 2 anni.

Gli investimenti realizzati con il Super ecobonus hanno poi contribuito alla crescita del Pil negli ultimi anni, con un contributo di 46,2 miliardi di euro nel 2022 che hanno generato una produzione complessiva di 97 miliardi di euro e un contributo, in termini di valore aggiunto, alla formazione dell'1,3% del Pil.

In generale, l'esperienza con i bonus per il risparmio energetico in Italia è positiva, sebbene non priva di criticità. Il meccanismo del credito di imposta si è dimostrato efficace e facilmente accessibile per i contribuenti. Questa esperienza dovrebbe servire da base per una proposta italiana in sede europea, che tenga conto dei principi e delle azioni che verranno dettate dalla futura Direttiva UE.

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Per saperne di più:

Il commento al rapporto del Presidente del CNI, Angelo Domenico Perrini, e del Presidente del Centro Studi CNI, Giuseppe Maria Margiotta