Pubblicato il 26 January 2024

E’ quanto emerge dal rapporto relativo ai laureati nel 2021. Boom di tutti i laureati dell’area mista (ingegneria gestionale, ingegneria biomedica, ingegneria dell’automazione e ingegneria della sicurezza).

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Per l’ingegneria italiana si aprono nuovi scenari. Se il 2020 era stato caratterizzato dal sorpasso dei laureati del settore industriale su quelli del settore civile ed ambientale, il 2021 fa registrare un nuovo punto di svolta: per la prima volta in assoluto, tra i laureati magistrali in ingegneria, gli ingegneri gestionali conquistano la palma dei più numerosi.

Inoltre, dopo la flessione rilevata nel 2020, probabilmente conseguenza anche della pandemia da Covid19, nel 2021 torna ad aumentare la percentuale di laureati in ingegneria rispetto al totale dei laureati (16,4%, valore in linea con quanto rilevato negli anni preCovid, contro il 15,5% del 2020). Infine, il numero di laureati di primo e secondo livello tocca il picco massimo mai raggiunto: oltre 56mila. E’ quanto emerge dal periodico rapporto stilato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

Entrando nel dettaglio, nel 2021 si sono registrati 29.370 laureati in ingegneria di primo livello (+1,3% rispetto al 2020) e 26.669 magistrali (+10,7%). Occorre precisare che questi dati si riferiscono ai soli laureati “triennali” e magistrali tipici, ossia appartenenti a quelle classi di laurea e laurea magistrale che afferiscono alla ex facoltà di ingegneria con l’esclusione delle classi più strettamente associate agli studi in Architettura o in Scienze matematiche. Se si estende l’analisi anche a queste ultime, l’universo dei potenziali “ingegneri” supera la soglia dei 31mila laureati. Se aggiungiamo poi anche gli oltre 35mila laureati di primo livello che hanno conseguito un titolo di laurea utile per l’accesso agli Esami di Stato per la professione di ingegnere iunior, il numero complessivo di laureati che “potenzialmente” potrebbero iscriversi all’Albo degli Ingegneri, nel 2021 supera i 66mila individui.

Tornando agli ingegneri gestionali, nel 2021 conquistano il primato ai danni della classe di laurea in Ingegneria meccanica, da anni al vertice di questa graduatoria. Il dato risulta significativo non tanto per la dimensione quantitativa (la differenza tra i due gruppi di laureati è ridotta ad appena 8 laureati, 3939 contro 3931), quanto per ciò che potrebbe rappresentare nel futuro scenario formativo e per la relazione esistente tra questo e il mercato del lavoro. In deciso aumento, rispetto al 2020, anche il numero di laureati in Ingegneria informatica che, in un solo anno, guadagnano due posizioni superando i laureati a ciclo unico in Architettura e ingegneria edile-architettura e i laureati in Ingegneria civile, ad ulteriore conferma di come il panorama stia cambiando velocemente e radicalmente.

Per quanto riguarda la distribuzione di genere, non si rilevano sensibili variazioni rispetto al passato: la componente femminile continua a collocarsi su valori che si aggirano intorno al 31%. La presenza femminile continua a risultare particolarmente consistente nella classe di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura e Ingegneria edile-Architettura (61,2%) e in quella in Ingegneria biomedica (60,2%).

Infine, ancora una volta i Politecnici di Milano e di Torino si confermano come le principali strutture formative per gli ingegneri tanto che il 30% dei laureati in ingegneria del 2021 proviene da uno di questi due atenei.

"Come rileviamo ormai da tempo - commenta Domenico Perrini, Presidente CNI - il mondo delle professioni è soggetto a profonde e continue trasformazioni. A questo proposito, siamo perfettamente consapevoli che il nostro sistema ordinistico, in particolare il CNI, è chiamato a dare delle risposte adeguate e a tracciare una strada per il prossimo futuro". Prioritario, secondo Perrini, è imparare a confrontarsi con gli ingegneri di nuova generazione, ormai più numerosi rispetto ai colleghi di settori più tradizionali come quello civile ed ambientale e rispondere meglio alle loro esigenze e soprattutto indicare loro un percorso che dall’abilitazione alla professione porta fino all’iscrizione all’Albo. "Questo perché, occorre ribadirlo, soltanto un ingegnere iscritto all’Albo è garanzia di competenza, professionalità e qualità della prestazione, a tutela della sicurezza e degli interessi della collettività” conclude.

Secondo Giuseppe Margiotta, Consigliere Segretario del CNI delegato al Centro Studi i dati del rapporto indicano che l'ingegneria è entrata "in una fase di profonda trasformazione in cui le discipline tradizionali, che offrono limitate opportunità nel mercato del lavoro, vengono progressivamente superate da ambiti disciplinari relativamente nuovi e più accattivanti". Il fatto che nel 2021, per la prima volta nella nostra storia, il numero di laureati dell’area mista (ingegneria gestionale, ingegneria biomedica, ingegneria dell’automazione e ingegneria della sicurezza) sia superiore a quello dei laureati dell’ambito civile ed ambientale la dice lunga. "Questa tendenza non potrà che influenzare le linee strategiche che il CNI è chiamato a delineare, già nell’immediato”.

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Consulta il rapporto del Centro Studi CNI