Diminuiscono gli abilitati e aumenta la distanza tra formazione universitaria e percorso ordinistico: ecco cosa emerge dal Report del Centro Studi CNI.
Sempre meno laureati in ingegneria scelgono di completare il loro percorso con l’abilitazione professionale, una dinamica che nel 2024 raggiunge livelli mai registrati prima. Il nuovo report del Centro Studi CNI mostra come questo sia un vero anno di svolta: tendenze già evidenti negli ultimi anni diventano oggi inequivocabili e aprono una riflessione sul ruolo, sulle prospettive e sull’attrattività della libera professione. Sempre più giovani infatti non solo rinunciano all’Esame di Stato, ma scelgono anche di non iscriversi all’Albo, segnando una distanza crescente tra formazione universitaria e percorso ordinistico.
Nel corso dell’anno hanno conseguito l’abilitazione 4.449 ingegneri e 1.383 architetti, valori che rappresentano un nuovo minimo storico. È un dato che va oltre la semplice statistica: racconta un cambio di prospettiva nella relazione tra giovani laureati in ingegneria, Esame di Stato e libera professione. Se per molte generazioni l’ingresso nell’Albo aveva rappresentato un passaggio quasi naturale, il contesto attuale appare più complesso.
Alla base di questa evoluzione non c’è solo la maggiore selettività delle prove, evidente soprattutto nel caso degli architetti, dove il tasso di successo è sceso sotto il 54%, ma una valutazione più ampia da parte dei giovani laureati. Molti non percepiscono un reale beneficio nell’abilitazione o nell’iscrizione all’Albo rispetto alle proprie prospettive professionali, ritenendo che le opportunità, i costi e le responsabilità connesse all’appartenenza ordinistica non sempre rispondano alle esigenze dei percorsi lavorativi oggi più diffusi.
Per la comunità degli ingegneri, un dato spicca su tutti: l’Ordine rimane fortemente civile-centrico. Quasi metà degli abilitati proviene dal settore civile e ambientale, mentre il mondo dell’ingegneria industriale e dell’informazione, che oggi rappresenta la grande maggioranza dei laureati, fatica a riconoscersi nel percorso abilitante tradizionale. Una distanza che rischia di accentuare lo squilibrio tra la composizione reale della produzione universitaria di laureati in ingegneria e quella degli iscritti all’Albo, con implicazioni rilevanti anche per il ricambio generazionale.
Ancora più evidente è il confronto tra laureati e abilitati: solo il 13,6% dei laureati magistrali aventi titolo ha scelto di sostenere e superare l’Esame di Stato. Una percentuale che non trova precedenti e che conferma come l’accesso all’Albo non sia più percepito come passaggio obbligato. Il fenomeno è ancor più marcato per la sezione B, dove il flusso dei laureati triennali è ormai residuale.
Il report analizza anche i tassi di successo degli esami, che nel 2024 mostrano un leggero peggioramento per gli ingegneri della sezione A, con un valore medio dell’84,2%.
Nel loro insieme, questi dati offrono un quadro chiaro: la professione sta attraversando una fase di trasformazione che richiede strumenti interpretativi nuovi. L’ingegnere di oggi, e ancor più quello di domani, si muove in un contesto in cui le competenze tecnico-scientifiche devono convivere con nuovi modelli professionali, nuove aspettative e nuove traiettorie di carriera. Comprendere come cambia l’accesso all’Albo significa comprendere come sta cambiando la professione stessa.
Per un’analisi completa delle dinamiche territoriali, dei tassi di successo per settore e ateneo e della composizione dettagliata degli abilitati, è possibile consultare il report integrale.
Consulta e scarica l'indagine del Centro Studi
È possibile riprodurre, distribuire, divulgare i dati purché venga citata la fonte: Elaborazione del Centro studi Fondazione CNI, 2025